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Esperti a confronto avremo un rigido Inverno in Europa. Rischio Inverni da Piccola Era Glaciale


Si chiama ‘Blob’ e si trova nel Nord Atlantico, e può influire sul tempo in Europa e Stati Uniti dell’Est durante il prossimo Inverno. Basterebbe solo quello che vediamo da vari mesi per predire con altissimo indice di affidabilità che avremo un freddo, forse molto freddo Inverno in Europa, e quindi in Italia.

Fonte accuweather.com.

Fonte accuweather.com.

Vari Centri Meteo statunitensi e i maggiori network meteorologici mondiali, da mesi ormai cavalcano la ragguardevole novità perché da quando si fanno osservazioni meteorologiche satellitari sulla temperatura oceanica, da quando sono attive boe in quei mari, nulla del genere si era mai osservato: un “blob” di acqua anormalmente fredda è ormai da molti mesi presente e stabile nel Nord Atlantico.

Le cause potrebbero derivare dal rallentamento annunciato molti anni fa della Corrente del Golfo.

Già nel 2005 (ma gli articoli che furono pubblicati sul tema sono decine), il Meteo Giornale riportò la seguente notizia: “la Corrente del Golfo rallenta, il prof. Wadhams dell’università di Cambridge inoltrandosi sotto la calotta dell’Artico a bordo di sommergibili della Marina Britannica avrebbe osservato il rallentamento dei flussi di acqua fredda che sprofondano negli abissi oceanici, meccanismo che permette all’acqua fredda di essere sostituita in superficie da acqua calda di origine tropicale e che, almeno negli ultimi millenni, ha consentito all’Europa, specie occidentale, di godere di un clima particolarmente mite in rapporto alla latitudine.”

Nel 2006 riportavano un’intervista dal titolo: La Corrente del Golfo forse rallenta, ma gli inverni da Era Glaciale dovranno attendere.

MA ADESSO CHE SUCCEDE? Sono trascorsi 10 anni, ed è tangibile una novità di assoluta rilevanza, sottovalutata da coloro che cavalcano la tesi a spada tratta del Riscaldamento Globale. Lo scioglimento di grosse masse di ghiaccio delle Groenlandia, dove in questi anni sono aumentate di intensità le nevicate, ma allo stesso tempo, la fusione dei ghiacci, potrebbe essere una delle concause del Rallentamento della Corrente del Golfo e del raffreddamento dell’Oceano Atlantico.

Si è materializzata quella teoria che dieci anni fa appariva quasi fantascientifica di raffreddamento delle acque oceaniche.

Secondo i dati raccolti dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), le temperature superficiali del mare, in una vastissima area dell’Atlantico, ormai da mesi, la temperatura è di parecchi gradi più bassa della norma. La causa potrebbe derivare dall’acqua dolce che viene scaricata dai ghiacciai della Groenlandia.

Il persistere di tale massa d’aria fredda e così a lungo, potrebbe indebolire ulteriormente la Corrente del Golfo e generare uno squilibrio climatico rilevante.

A ottobre 2015, AccuWeather in voce del capo meteorologo Elliot Abrams affermava: se la Corrente del Golfo e di conseguenza altre correnti nell’Atlantico si indeboliscono, allora potrebbe modificare i modelli di temperatura a lungo termine in tutto il bacino atlantico. Questo potrebbe sconvolgere il clima invernale specialmente europeo.”

Non dimentichiamoci che è in atto anche una fluttuazione climatica generata dalle temperature superficiali dell’Oceano Pacifico tropicale, noto come El Niño (Southern Oscillation), e che questo potrebbe aver innescato delle condizioni non note, che sono alla causa dell’anomalia che ha poi provocato il raffreddameto di quella parte dell’Oceano Atlantico.

Comunque, gli effetti a lungo termine della alterazione della Corrente del Golfo e altre correnti atlantiche sono complessi. Supponendo che l’attuale teoria di rallentamento atlantica sia corretto, ed il persistere costante e anomalo di acqua fredda al largo della Groenlandia ed est Nord America, ciò potrebbe continuare a bloccare parzialmente il trasporto di acqua calda e di conseguenza abbassare le temperature invernali in Europa occidentale per gli anni a venire.

Il clima invernale europeo si potrebbe raffreddare, e di parecchi gradi nel settore oceanico, mentre in buona parte del Pianeta potrebbe proseguire un aumento della temperatura.